Il 6 dicembre 2016 è fissata la data per la prima udienza davanti alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto “Spalma Incentivi“, introdotto dal Decreto Competitività.
[su_box title=”Ricordami di cosa si tratta” box_color=”#ed6a15″ radius=”0″]Lo Spalma Incentivi è la rimodulazione degli incentivi – un vero e proprio taglio retroattivo – agli impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW. Nello specifico, a partire dal 1 gennaio 2015, a tutti gli impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore ai 200 kW incentivati in Conto Energia, è stata applicata una rimodulazione degli incentivi spettanti, secondo tre possibili opzioni di scelta, a discrezione del Soggetto Responsabile. Il ns. team, sul finire del 2014, ha assistito e supportato tutti i propri clienti, attraverso la simulazione dell’applicazione delle varie opzioni del decreto.[/su_box]
Ritorniamo ora a quanto accadrà a fine anno. Il TAR del Lazio il 23 giugno 2015 ha sollevato la questione in merito alla legittimità dello “spalma incentivi” applicato agli impianti fotovoltaici richiedendo quindi l’intervento della Corte Costituzionale. Nella migliore delle ipotesi, se la Corte Costituzionale dichiarerà il decreto Spalma Incentivi incostituzionale, l’art. 26, comma 3, verrà annullato e i proprietari degli impianti dovranno essere risarciti per le perdite subite a partire da gennaio 2015.
In un contesto sempre più articolato, che non sembra di certo incentivare il settore fotovoltaico, questa ipotesi sembra ancora una chimera, una speranza irrealizzabile. Non in tutto il mondo però – fortunatamente – è così.
Nella vicina Spagna infatti alcuni produttori sono stati risarciti dei tagli retroattivi applicati al fotovoltaico dal Real Decreto del 2012.
La Corte Costituzionale spagnola ha dato ragione ai produttori che hanno fatto ricorso basandosi sulle “solide aspettative” che un precedente decreto aveva fornito agli investitori, che sono invece state tradite dal decreto del 2012.
Secondo il TAR del Lazio l’illegittimità dello Spalma Incentivi italiano, si fonderebbe su
“un’illogica riduzione degli incentivi riconosciuti a investimenti già effettuati (aventi costi fissi e costanti e anzi con diminuzione della produttività dei pannelli)”
e andrebbe a ledere in questo senso la libertà di impresa che è tutelata dall’art. 41 della nostra Costituzione.
Vi terremo aggiornati su questa complessa vicea, intanto assoporiamo la speranza che il rimborso spagnolo ci regala.