Da qualche giorno si parla di rischi seri per la rete elettrica a causa dell’eclissi che avremo in Europa il 20 marzo mattina. In particolare in Italia, dove la osserveremo dalle 9,15 fino alle 11,30 circa, sarà più intensa al Nord (65-67% del disco solare), e meno al sud (circa il 40%). Terna sta avvertendo i distributori, che a loro volta stanno mandando avvisi ai produttori, di disconnettere, e per 24 ore, gli impianti di potenza superiore ai 100 kW.
[warning]Il timore è che la produzione degli impianti fotovoltaici installati nel nostro Paese durante l’eclissi possa ridursi drasticamente e soprattutto molto velocemente, mettendo a rischio la stabilità della rete elettrica nazionale.[/warning]
[info]Tuttavia [bulletlist]
- l’eclissi sarà graduale sul nostro paese
- non si manifesterà contemporaneamente su tutto il territorio nazionale.
- Secondo le previsioni meteo l’Italia sarà al 70% coperta da nuvole per cui, nelle zone nuvolose, la riduzione di produzione solare sarà nell’ordine del 10%, mentre nel restante territorio soleggiato, invece di produrre il 40-50% della potenza nominale, gli impianti FV produrranno soltanto al 20%; un’energia comunque disponibile e utile per coprire la domanda della mattinata”. [/bulletlist]
In ogni caso gli effetti dell’eclissi sembrerebbero secondo molti osservatori (Fraunhofer Institute) gestibili[/info]
Va detto che finora, sebbene il fenomeno sia stato attentamente valutato, nessun “allarme eclissi” (cioè richiesta di procedimento di distacco dalla rete) è arrivato ai produttori degli altri paesi europei, anche dove è in esercizio una notevole potenza FV (in Germania il doppio che da noi e nel paese l’intensità di oscuramento del sole sarà maggiore). Non si ha notizia di richiesta di switch off di impianti solari in altri paesi Europei perché dunque in Italia questo allarmismo?
Forse non è che un altro modo di dimostrare all’opinione pubblica che l’energia solare è inadeguata a far parte del nostro sistema elettrico.
Nell’eventualità che la richiesta di distacco venga confermata nelle prossime ore da Terna (il distacco potrebbe essere revocato del tutto o parzialmente mercoledì 18 marzo) andrebbe quantificata, cosa non semplice, la perdita economica secca dei produttori FV (ma non è anche questo un servizio di rete?). Poi c’è da contabilizzare qualche milione di euro per l’importazione di elettricità dall’estero o di combustibili fossili per alimentare le centrali in una giornata (24 ore) “senza solare”.
Fonte: Qualenergia.it