Sono ormai passate 3 settimane dal referendum del 17 aprile. Ci siamo accorti che il risultato del referendum da molti cittadini non è stato accolto con stupore o dispiacere, ma con ovvietà. Anzi, già nei giorni seguenti non se n’è più parlato.
Avevamo già espresso la nostra opinione sul voto, ora vogliamo ripartire proprio da quel risultato.
Facciamo innanzitutto un breve riepilogo. Quella domenica di aprile siamo stati chiamati alle urne per decidere se continuare a sfruttare i giacimenti interessati da concessioni – principalmente di gas naturale – fino al loro esaurimento. Con il SI si esprimeva la propria volontà a non rinnovare le attività di estrazione una volta scadute le concessioni.
Il quorum, ossia il 50% più uno degli aventi diritto al voto, non è stato raggiunto. I votanti sono stati il 31,2%, di questi l’85,8% ha votato SI. E’ facile dunque comprendere come a pesare notevolmente sia stato l’astensionismo. Il referendum non è valido, ma l’alta percentuale del SI ha per noi un forte valore e ci auspichiamo che questo risultato non venga visto solo come una sconfitta o come la folle idea di un gruppo di sognatori.
In origine i quesiti proposti dalle dieci regioni promotrici inizialmente erano 6, di questi ne è rimasto solo uno e il vincolo delle 12 miglia escludeva di fatto diverse piattaforme attualmente funzionanti. La portata del referendum, come avevamo già espresso, era dunque limitata, ma riteniamo che chi è andato a votare lo abbia fatto anche per inviare un forte messaggio politico. Da alcuni tale valenza politica è stata criticata. Per noi invece il quesito non aveva né colori né schieramenti, anzi l’occasione di mandare un forte segnale sarebbe dovuta essere la nostra carta vincente. Ci ha molto rammaricati infatti la forte strumentalizzazione da parte di alcuni partiti e categorie.
Non siamo né utopisti né idealisti, non vogliamo convincervi che nel giro di pochissimi anni il nostro Paese sarebbe in grado di diventare energicamente indipendente grazie alle energie rinnovabili. Crediamo però fortemente nel nostro lavoro e anche nella concreta possibilità di immaginare un futuro più rinnovabile, grazie ad un cambiamento graduale e consapevole.
E’ proprio da “addetti ai lavori” del settore green che il 17 aprile abbiamo deciso di cogliere quella che ci è sembrata un’ottima opportunità per far capire che strategie diverse in ambito di economia energetica devono essere prese. Siamo dispiaciuti dell’esito, ma il risultato ottenuto non ci sembra da buttar via. Al contrario ci auspichiamo che quel 31,2% possa essere un ottimo punto di partenza. Noi dal canto nostro continuiamo a credere in ciò che facciamo e ad aiutare chi ha deciso di investire sulle energie rinnovabili. Ne approfittiamo quindi per ringraziare chi ha deciso di esprimere il proprio voto, chi ha ritenuto importante informarsi e documentarsi e anche tutti voi che in numerosi avete risposto alla nostra news del mese scorso esprimendo la vostra opinione e i vostri dubbi.