Associazioni di settore e grandi player firmano un accordo finalizzato a ridare nuova linfa al settore fotovoltaico italiano, tra revamping e nuovi investimenti.
Nasce la nuova “Carta per il rilancio sostenibile per il fotovoltaico”, siglata a Roma presso la sede del GSE, da un’alleanza tra le maggiori aziende e associazioni per facilitare il rinnovamento e potenziamento delle centrali solari. L’accordo costituisce una dichiarazione volontaria degli operatori, che si impegnano a seguire determinati principi per rinnovare e sviluppare gli impianti fotovoltaici
E’ stata sottoscritta da tutte le principali aziende e associazioni tra cui: Anie Rinnovabili, AsiI Azienda Solare Italiana, Eco-PV, EF Solare Italia, Elettricità Futura, Enel Green Power, Enerray, Esapro, Falck Renewables, Green Arrow, Gsf Global Solar Fund, RTR, Tages, Terna.
L’obiettivo principale è quello di recuperare la produzione perduta a causa del decadimento tecnologico e rilanciare il settore italiano in un’ottica sempre più funzionale verso gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
La Carta si basa sui risultati di uno studio di Althesys sviluppato anche in collaborazione con ANIE Rinnovabili e analizza le condizioni per rilanciare l’energia solare, evidenziando i vantaggi che può portare al sistema Italia. Lo studio rileva come il parco fotovoltaico italiano, nonostante un’età media ancora bassa e compresa tra gli 8-10 anni (6 anni l’età media degli utility scale), mostri diverse criticità che ne limitano in parte l’efficienza. Il decadimento della produzione è stimabile nel 2,2% annuo al 2016, ben superiore a quello fisiologico previsto al momento dell’installazione.
Con il forte calo dell’installato dopo la fine dei Conti Energia (meno di 400 MW medi annui nel periodo 2014-2017), la nuova potenza si limita a sostituire quella “perduta”: al 2030, la perdita totale sarebbe di 5.000 MW, pari al 25% della potenza esistente al 2017.
Gli impianti utility scale affetti da problematiche raggiungono il 40% del totale (2,5-3,3 GW), con un costo complessivo per l’ammodernamento che si aggirerebbe tra 220-270 milioni di euro. Circa 19 MW usciranno dall’incentivazione tra il 2029 ed il 2035, ma potranno continuare a produrre se mantenuti efficienti, dato che la loro vita utile è stimabile in 25-30 anni.
Per raggiungere i target, l’Italia dovrebbe dunque avviare un processo di ammodernamento del parco fotovoltaico utility scale (che è lo 0,8% degli impianti totali, ma ben il 43,7% della potenza), in modo da mantenerlo efficiente attraverso interventi di revamping e repowering. Dal revamping si potrebbero recuperare fino a 4.000 MW di potenza al 2030, mentre il repowering può fornire, alla stessa data, 1.550-1.700 MW aggiuntivi.
Serve però una policy specifica, che preveda un quadro regolatorio chiaro e stabile che dia certezze sulla possibilità di intervenire sugli impianti, una semplificazione dei processi autorizzativi per gli ampliamenti e un coordinamento per lo sviluppo della rete.
Parallelamente, è necessario creare le condizioni per sviluppare nuovi impianti: la definizione di strumenti di classificazione del territorio, l’individuazione di “aree preferenziali”, un contesto normativo e di mercato adatto ai PPA, strumenti di sostegno indiretto come super ammortamenti e tax credit.
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